Alpi Liguri: trekking, arrampicata e yoga, l’alternativa all’overtourism

Alpi Liguri: trekking, arrampicata e yoga, l’alternativa all’overtourism

Ad agosto ci siamo concessi qualche giorno per staccare davvero dal caldo della Riviera di Ponente, muovendoci tra l’Appennino ligure-emiliano a levante e le Alpi Liguri nelle Terre Brigasche a ponente. Due territori diversi, ma accomunati da natura autentica, silenzi e spazi lontani dal turismo di massa.

In particolare, abbiamo scelto di dedicare una giornata nelle mitiche Terre Brigasche, quel territorio unico che si divide tra Piemonte, Liguria e Francia, per vivere un’esperienza che unisce trekking e yoga in quota.

Un posto magico, lontano dalle mete montane che quest’estate sono finite sulle prime pagine per un overtourism vergognoso e spesso irrispettoso verso l’ambiente e le comunità locali. Luoghi presi d’assalto solo per scappare dal quotidiano, scattare un carosello o un reel, raccogliere qualche like… e tornare subito alla solita vita frenetica. Questo è il turismo “mordi e fuggi” di oggi.

Conoscendo bene questa zona — anche grazie al lavoro di Mattia Pozzati, Accompagnatore di Media Montagna e co-founder di By Fair Means — abbiamo raggiunto una splendida prateria alpina in quota, sotto l’anfiteatro naturale della Catena del Mongioie, per rilassarci e godere dell’aria fresca di confine.


Un’esperienza autentica tra trekking e yoga

È proprio qui che le Alpi Liguri mostrano la loro anima più vera: un territorio selvaggio e accogliente allo stesso tempo, dove la montagna non è spettacolo di massa ma esperienza intima. Tra pascoli verdi, silenzi interrotti solo dal vento e panorami che spaziano fino al mare, il trekking diventa un viaggio interiore.

E quando, al termine della salita, abbiamo steso i nostri tappetini in gomma naturale e le nostre ruote di supporto in sughero per una sessione di yoga in quota, la sensazione è stata unica: respirare a pieni polmoni, lasciare andare la fatica e sentire la connessione con un luogo che non ha bisogno di filtri né di hashtag per essere straordinario.


Perché scegliere mete sconosciute

Non sempre la bellezza si trova dove tutti vanno. Scegliere mete meno conosciute significa ricercare l’ignoto, lasciarsi sorprendere da paesaggi e comunità che non hanno bisogno di essere confezionati per il turismo di massa.

Significa studiare nuovi itinerari, senza accontentarsi di ciò che viene proposto da agenzie o influencer, sviluppando un vero senso critico verso il modo in cui oggi consumiamo la montagna.

È un atto di rispetto verso l’ambiente e verso chi in questi luoghi vive ogni giorno, ma anche un regalo a se stessi: la possibilità di riscoprire il silenzio, il tempo lento, il gusto della scoperta autentica.

Per chi ama la natura tout court, questa è la vera essenza del viaggio: convivere con essa per stare bene, non sfruttarla per apparire.


Vivere la montagna con rispetto

I luoghi dimenticati, lontani dal turismo di massa, non chiedono nulla se non di essere vissuti con attenzione e rispetto. Qui la montagna mostra la sua vera anima: silenzi autentici, spazi aperti e paesaggi che rigenerano.

Scegliere di esplorare questi territori significa riscoprire il piacere della lentezza, della scoperta e del contatto genuino con la natura. È un gesto di cura verso l’ambiente, verso le comunità locali e, soprattutto, verso se stessi.

Il nostro obbiettivo rimane sempre quello di lasciarci ispirare dal bello, dal vero, dal leale e da tutto ciò che non possiamo controllare, ma che ci piace tanto accettare ed accogliere!

By Fair Means

 

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